Let’s restart
A talk with Lucio Ravedoni
Positività, coraggio e voglia di migliorarsi. Lucio Ravedoni, Sales Director di Montbel, ci racconta come l’azienda ha affrontato l’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo.
Quali misure avete messo in campo per affrontare l’emergenza e supportare i vostri partner?
Fin dal primo momento abbiamo agito con la massima attenzione verso i nostri collaboratori, ancor prima dell’inattesa chiusura abbiamo allentato fino ad annullare incontri internazionali già organizzati in precedenza. Ci siamo quindi concentrati sull’organizzazione del “lavoro da casa” in modo tale che quasi tutti gli operatori avessero la possibilità di non far sentire il cliente abbandonato in caso di necessità.
Fronte export. Che percezione ha in termini di domanda internazionale? Ci sono paesi che stanno soffrendo più di altri? Se sì, quali?
Storicamente siamo un’azienda export oriented, consegniamo le nostre collezioni in più di 60 paesi. La situazione che si è creata negli ultimi due mesi mi fa tornare alla mente la famosa “Livella” di Totò. In altre parole, siamo tutti sulla stessa barca ad eccezione, per quello che posso vedere, di alcune aree della Germania che, per differenti motivi, hanno sofferto diversamente la situazione.
C’è molta preoccupazione per il settore del design e dell’arredo. In un mercato b2b come il vostro, come sta reagendo Montbel?
Montbel sta reagendo bene. In primis abbiamo adottato tutte e, sottolineo tutte, le indicazioni che ci sono state date per poter lavorare in assoluta tranquillità. Stiamo cercando di far sentire ancor più tranquilli i nostri clienti, siamo in continuo contatto con loro e stiamo cercando di accontentare ogni singola richiesta.
Come state riorganizzando la ripartenza?
Dal punto di vista organizzativo eravamo pronti ben prima che il Governo ci desse il via libera. Abbiamo sanificato tutto ciò che potevamo, adoperiamo scrupolosamente guanti e mascherine ed è tornato a lavorare in sede solo il personale indispensabile, così da garantire il minor numero possibile di contatti.
La delicata situazione che stiamo vivendo impone nuovi paradigmi: uno di questi è certamente la comunicazione brand-consumatore. Come cambierà secondo lei?
Ho una personalissima idea a riguardo, molto radicata, la quale mi porta a dire che l’essere umano non cambierà. Sono abbastanza convinto che, una volta che questa emergenza passerà, tutti noi torneremo alle nostre vecchie abitudini. Detto questo, è evidente che il virus è riuscito a mostrarci le potenzialità dello smart working e del digitale: ci si laurea da casa, i nostri figli possono seguire le lezioni quotidianamente, i webinar sono diventati un’esperienza per tutti e le video-conference ci consentono di incontrare colleghi, agenti e clienti con estrema semplicità. Ciò che, forse, dobbiamo riuscire a migliorare sono i “contenuti”, non vedersi di persona ci impone di essere sintetici, chiari e persuasivi… e a questo non eravamo abituati.
Strategie per il futuro. In che modo la pandemia avrà modificato l’approccio dell’azienda al mercato? per esempio come cambieranno i vostri rapporti con progettisti e rivenditori?
Le strategie di base non cambiano. Questo momento passerà e noi dobbiamo sfruttarlo per migliorarci, per rafforzare il brand, per pensare diversamente.
Su quali collezioni punterete quest’anno? State lavorando a qualche nuovo progetto?
Negli ultimi anni Montbel ha prodotto un numero di collezioni importante, probabilmente superiore alle reali necessità e questo ora mi tranquillizza molto. È il momento di fermarsi un attimo a pensare per ripartire con le idee ancora più chiare e con prodotti ancora più perfomanti.
I tre valori da cui ripartire?
Vorrei usare le parole di un imprenditore illuminato: Giorgio Armani.
“Mi auguro che prevalgano l’intelligenza, il buon senso e il coraggio. È tempo di decisioni coraggiose.”